PIECE BY PIECE

Locandina Un film di Morgan Neville. Con Pharrell Williams, Morgan Neville, Kendrick Lamar, Gwen Stefani, Snoop Dogg, Justin Timberlake, Busta Rhymes, Jay Z, Aaron Wickenden. Genere Animazione - USA, Danimarca, Australia, Hong Kong, 2024. Durata 94 minuti circa.Pharrell Williams in un mondo di LEGOUn film dedicato alla figura di Pharrell Williams, ambientato in un mondo fatto tutto di LEGO.di Andrea Fornasiero


Trama

La vita di Pharell Williams inizia nella città di Virginia Beach, non il centro culturale del mondo e per un ragazzo appassionato di musica non sembra offrire grandi sbocchi, finché proprio a due passi dal liceo non installa i suoi studi il produttore Timbaland. Sembra l'occasione di una vita e Pharrell non manca di coglierla frequentando lo studio, ma finisce presto per trovare la situazione soffocante. Con l'amico Hugo Chad e con un aspirante produttore conosciuto al telefono, si lancia in una nuova avventura e, dopo un rocambolesco inizio, dà vita insieme a Chad ai Neptunes, producendo brani per tutti i maggiori artisti della scena americana. Il successo però attira cattivi consiglieri e la creatività artistica di Pharrell, dopo molti anni di hit e collaborazioni con i maggiori brand, inizia a spegnersi. Un periodo di riflessione e la collaborazione con i Daft Punk e con la Universal per Cattivissimo Me 2 saranno la scintilla della sua rinascita.

Un biopic musicale come non se ne sono mai visti, realizzato con il format dei LEGO Movie, ma usando in parte il modello del girato dal vivo. Ritratto di un artista senza il quale la musica americana contemporanea, davvero, non sarebbe la stessa.

Pharrell Williams ha infatti toccato le vite degli ascoltatori più di quanto si sia soliti pensare, perché i Neptunes hanno prodotto quasi per tutti: hanno solo sfiorato Prince e Michael Jackson, ma hanno confezionato tracce per Madonna, per Britney Spears, Justin Timberlake, Beyoncé, Gwen Stefani, Busta Rhymes, Snoop Dogg e persino il jingle del McDonald. Ma non finisce lì, perché Pharrell ha poi continuato la carriera collaborando con i già citati Daft Punk e persino con Kendrick Lamar. Il documentario si avvale così di numerosissime interviste, di personaggi famosi che appaiono nella loro versione LEGO, secondo l'idea che filosoficamente tutto vada smontato e rimontato. Il primo verso di "Get Lucky", il brano cantato da Pharrell nell'album "Random Access Memory" dei Daft Punk, è non a caso "Like the legend of the phoenix", come la leggenda della fenice, perché l'aspirazione dell'artista è quella di celebrare sia la propria morte sia la propria rinascita.

Non è infatti solo trionfale il tono di Piece by Piece e contiene il riconoscimento che l'ego gonfiato dal successo sia il vero pericolo per un'artista - e sia stato letale per Pharrell stesso. Un elemento cruciale della sua ripartenza, quello che a leggere le interviste gli avrebbe davvero aperto gli occhi, è infatti che i tre brani di successo arrivati nel 2013 (gli altri due sono "Blurred Lines" e "Happy") nascono tutti come collaborazioni, non come progetti solisti dove il cantante sarebbe stato al centro. È solo in questa distanza da sé che Pharrell sostiene di aver ritrovato una vera ispirazione.


In realtà però, come tutti i documentari prodotti dal loro stesso soggetto, Piece by Piece va preso con le pinze e non sfugge all'autoindulgenza. Per esempio la già citata "Blurred Lines", grande successo realizzato con Robin Thicke, è assente nel film e la cosa non è casuale: il brano è stato accusato di avere liriche sessiste fuori tempo massimo, quindi lo si è scopato sotto il tappeto, come non fosse mai esistito. Inoltre qualcosa non deve aver funzionato dietro le quinte perché Hugo Chad, che pure presta la sua voce per il documentario e concede interviste, ha poi fatto causa a Pharrell, accusandolo di aver cercato di accreditare solo a se stesso il successo dei Neptunes. Il film non nega di certo che fossero un duo, ma è pure evidente che lo spazio dato a Pharrell è molto molto molto di più di quello concesso al sodale, che ha solo pochissime battute (anche una delle scene migliori è la sua). Insomma la sbandierata lezione appresa riguardo l'ego sembra sgretolarsi alla luce di queste considerazioni.

Però al cinema non andrebbe chiesta la verità della cronaca, bensì quella dell'arte e in questo senso l'operazione è completamente riuscita. L'estetica LEGO permette slanci di creatività, visualizzando l'impossibile come l'esperienza sinestetica di ascoltare per la prima volta, da ragazzo, Stevie Wonder. Soprattutto Piece by Piece aggiunge qualcosa di nuovo al modello: uno sguardo più pacato e contemplativo, quasi zen, che comprende tempi più lenti, pause e vuoti. La concitazione degli altri LEGO Movie - che ha fatto il suo tempo al punto che il franchise cinematografico è fermo da oltre un lustro - è qui usata solo occasionalmente, trovando un diverso equilibrio. Vero o finto che sia nella vita di Pharell non importa: Print the Legend!