Un film di Dan Berk, Robert Olsen. Con Jack Quaid, Amber Midthunder, Ray Nicholson, Betty Gabriel, Matt Walsh, Lou Beatty Jr., Evan Hengst, Conrad Kemp, Jacob Batalon, Dominique Maher, DeVille Vannik, Motsi Tekateka, Garth Collins, Tristan de Beer, Dylan Skews, Keeno Lee Hector, Maria Vos, Lance Elliot, Toni Jean Erasmus. Genere Azione - USA, 2025. Durata 110 minuti circa.Un uomo che non prova dolore alle prese con l'amoreNate è un uomo comune con un dono unico: non sente dolore. Quando la ragazza dei suoi sogni viene rapita, questa peculiarità diventa la sua arma più potente per salvarla.di Pedro Armocida
Nate è un uomo comune, ha un lavoro in banca, ma convive con una patologia genetica unica: non sente dolore per via di una sindrome congenita realmente esistente. Quando la ragazza dei suoi sogni viene rapita, questa peculiarità diventa la sua arma più potente tanto da trasformarlo in un supereroe che farà di tutto per salvarla.
Ecco una forma ironica, e riuscita, di riflettere sul tema dei superpoteri e dei supereroi sui generis in modalità "prendere o lasciare".
Sì, perché non restano alternative di fronte al nuovo film della premiata ditta di registi statunitensi Dan Berk e Robert Olsen che, negli anni, si sono divertiti a declinare l'horror in tutte le forme, dal primo thriller Body di dieci anni fa, al vampirismo di Stake Land II, alla commedia nera di Villains e alla fantascienza di Significant Other.
Fino a questo Mr. Morfina (in originale Novocaine, un altro anestetico) che innesta la commedia romantica nella black comedy all'interno dell'action movie in cui non mancano strizzatine d'occhio allo splatter mentre tutto è trattato con un tono che vira spesso verso il demenziale. L'assunto di partenza, la capacità per il protagonista Nate di non provare dolore, ribalta e scardina immediatamente il concetto di supereroe sia perché lo diventa suo malgrado, sia perché il superpotere in realtà è un difetto che, oltre ad averlo portato a essere bullizzato da ragazzo, mette a rischio la sua vita nella normalità più banale e indifesa, per dire non può mangiare cibi duri perché rischierebbe di mordersi la lingua e, senza accorgersene, staccarla.
Già da queste prime caratteristiche si può iniziare a capire come la scelta dell'attore protagonista sia la condizione essenziale per la credibilità di questo tipo di premesse e per tenere insieme registri di genere così eterogenei. Ecco allora spuntare il volto, visto principalmente nella serie tv The Boys, di Jack Quaid, il figlio di Meg Ryan e Dennis Quaid che, tra lo stralunato e il disincantato, incarna perfettamente i caratteri del suo personaggio che si trova a combattere con il villain interpretato da Ray Nicholson, il figlio di Jack Nicholson e Rebecca Broussard. Nate si avvicina a essere un supereroe per caso che, per amore di una donna sua collega in banca presa in ostaggio dai rapinatori, inizia la sua personale battaglia di salvataggio dell'amata aggiungendo al film anche il genere del revenge movie e qui la faccia da bravo ragazzo di Jack Quaid, dapprima goffa e imbranata, ma che subito dopo sa offrire anche dei ghigni diabolici e inquietanti di compiaciuta violenza. Mentre Amber Midthunder dà al personaggio di Sherry la giusta dose sensuale approfondendo però le tante e sorprendenti sfaccettature di un personaggio femminile a tutto tondo. Nel mezzo, tra rapinatori e rapinato, c'è anche la polizia che ovviamente equivoca le intenzioni di Nate e lo inserisce tra i ricercati mentre lui, magro e mingherlino, se la deve vedere con la banda di muscolosi, survoltati e anche un po' nazisti rapinatori fuori di testa (così per lo spettatore è più facile parteggiare per l'eroe per caso e giustificare le sue violenze) come quando, nella casa trabocchetto di uno di loro, viene colpito da una serie di dispositivi volti a neutralizzare l'intruso che fanno invidia a quelli di Mamma, ho perso l'aereo.
La miscela davvero esplosiva di generi messi insieme dalla sceneggiatura di Lars Jacobson, che non si prende mai troppo sul serio anche quando sa di andare incontro a una certa ripetitività, dà modo alla coppia di registi, Dan Berk e Robert Olsen, di sbizzarrirsi e di divertirsi nel contaminare con nonchalance l'alto e il basso e nel mettere in scena, con un budget limitato (il film è anche girato a Città del Capo che dovrebbe essere San Diego), i tipici balletti dei combattimenti pieni di un'ironia che non si trasforma mai in grottesco. Evviva!