Un film di Gonzalo Gutierrez. Con Julian Janssen, Carla Peterson, Facundo Reyes, Brad Krupsaw, Matthew Moreno, Marina Blanke. Genere Animazione - Argentina, Germania, Spagna, Gran Bretagna, 2024. Durata 88 minuti circa.Un film d'animazione che cerca di coniugare il racconto del valore dell'amicizia nei ragazzi con gli echi della letteratura classicaUna rocambolesca avventura animata all'insegna del potere dell'immaginazione e dell'amicizia.di Pedro Armocida
Alfonso Chisciotte è un ragazzino di 11 anni, discendente di Don Chisciotte, dotato di
grand immaginazione che combatte costantemente contro i mostri, invisibili agli altri, per
salvare il suo paese nella Mancia insieme ai suoi amici Pancho Panza (ma la loro amicizia
va tenuta segreta perché c'è una faida fra le due famiglie) e Victoria per cui ha una cotta.
Ma un 'mostro' si palesa per davvero, è il losco uomo d'affari di nome Carrasco che visita
tutte le case della città per acquistarle facendo un'offerta che la maggior parte delle
famiglie non può rifiutare. A eccezione dei Chisciotte che cercano in tutti i modi di resistere
all'idea di Carrascoland.
Film d'animazione, frutto di una coproduzione tra
Germania e Argentina, che cerca di coniugare il
racconto del valore dell'amicizia nei ragazzi con gli echi
della letteratura classica.
«In un luogo della Mancia, di cui non voglio ricordarmi il nome, non molto tempo fa viveva un
cavaliere di quelli con lancia nella rastrelliera, scudo antico, ronzino magro e levriero da corsa».
Inizia così il celeberrimo romanzo di Miguel de Cervantes Don Chisciotte della Mancia e, proprio
con l'immagine di quel libro che si sfoglia, comincia anche questo film d'animazione che ha
un'anima produttiva europea, tedesca in particolare, e una, anche artistica, argentina con il regista
Gonzalo Gutiérrez con alle spalle una carriera di artista degli effetti visivi e che qui è anche
sceneggiatore insieme a Carlos Kotkin (Rio 2 - Missione Amazzonia) e a Pablo Biondi. La
costruzione narrativa è quella classica con la presentazione del personaggio di Alfonso Chisciotte,
un ragazzino di 11 anni discendente di Don Chisciotte, che, proprio come il sua antico antenato, ha
una fervida immaginazione e vede cose che gli altri non vedono come i tre conigli immaginari che
lo accompagnano. Il suo paesino nella Mancia, dopo secoli in cui viveva in armonia con la natura,
è ora minacciato da violenti temporali che stanno distruggendo tutto (e la coincidenza con le
terribili alluvioni in Spagna della cronaca quotidiana fa certo riflettere). Lui pensa che in realtà ci sia
un mostro dietro tutto questo e, con i suoi due amici del cuore, intraprende un viaggio per sconfiggere il mostro grazie anche ai suoi amati e familiari mulini a vento che lui immagina come
enormi e combattivi giganti.
È curioso come anche questo film tocchi tematiche ambientali, legate allo sconvolgimento di piccoli
paesi spagnoli, simili ad alcuni recenti film di finzione come As Bestas di Rodrigo Sorogoyen, Lo
que arde di Óliver Laxe e Alcarràs di Carla Simón. Anche se ovviamente La banda di Don
Chisciotte - Missione mulini a vento, memore dell'importanza della difesa del territorio e della
popolazione che ci vive alla stregua del romanzo cervantino, è più che altro incentrato sulle
avventure rocambolesche intraprese dai tre ragazzini, Alfonso, Panza e Victoria, che coincidono
con il cementarsi della loro amicizia e con la emancipazione dagli stessi genitori. Un coming of age
che rimanda direttamente a film degli anni '80 come I Goonies che vengono evocati pure
dall'animazione tondeggiante, molto accattivante e abbastanza profonda anche se c'è un
eccessivo uso del ralenti a sottolineare fin troppo alcune strabilianti imprese come capita spesso
nei film di azione più fracassoni.
Certo non tutto fila liscio in questo film la cui vocazione cristallina è quella di rivolgersi alle platee
internazionali di bambini perché la trama è spesso sacrificata al movimento forsennato, agli
inseguimenti che confondono lo spettatore e lo distolgono dal constatare il semplice abbozzo dei
personaggi degli adulti, dall'inutilità narrativa di alcuni personaggi riempitivi come i tre conigli
immaginari che non apportano molto alla storia e dalla raffigurazione di un villain che non rimane
certo tra le più memorabili.