IMMACULATE - LA PRESCELTA

Locandina Un film di Michael Mohan. Con Sydney Sweeney, Álvaro Morte, Simona Tabasco, Benedetta Porcaroli, Giorgio Colangeli, Dora Romano, Giampiero Judica, Betti Pedrazzi, Giuseppe Lo Piccolo, Cristina Chinaglia, Niccolò Senni, Tiziano Ferracci. Genere Horror - Italia, USA, 2024. Durata 89 minuti circa.Un incubo tra le mura di un conventoUn horror ambientato tra le mura di un convento, dove la vittima è una giovane suora devota.di Rudy Salvagnini


Trama

La giovane Cecilia, novizia americana, arriva a Roma da Detroit per prendere i voti e diventare
suora. Viene accolta molto cordialmente nel convento cui è destinata, adibito principalmente alla
La giovane Cecilia, novizia americana, arriva a Roma da Detroit per prendere i voti e diventare
suora. Viene accolta molto cordialmente nel convento cui è destinata, adibito principalmente alla
cura di suore anziane e malate. Cecilia si trova subito bene e fa amicizia con l'altrettanto giovane
Guendalina. Trova serenità anche nelle parole confortanti di padre Tedeschi: è lui che l'ha voluta lì,
per il suo bene. Tutto sembra quindi svolgersi per il meglio, ma, dopo aver preso i voti ed essersi
acclimatata alla vita del convento, Cecilia comincia ad avvertire malesseri. L'incredibile responso è
che, pur non avendo mai avuto rapporti sessuali, è incinta. La convinzione generale al convento è
che si tratti di un miracolo e che Cecilia porti in grembo il Salvatore, ma le cose prendono presto
una piega sinistra. Chi ha visto il recente Omen - L'origine del presagio non potrà evitare una strana sensazione di
déjà vu poiché le trame di questi due film condividono più di qualche situazione e più di qualche
spunto narrativo (in realtà, a livello internazionale, questo film è uscito qualche settimana prima di
Omen). Anche in questo caso, infatti, abbiamo la suorina americana sprizzante innocenza che
arriva a Roma in un convento che più "spiritualmente" gotico non potrebbe essere e si trova a
essere più pedina che protagonista di un gioco malsano e macabro. Anche qui la visione
complottista e cupa della Chiesa è strumentale all'elaborazione di una trama oscura nella quale il
confine tra Bene e Male in sostanza si azzera. Il colpo di scena che giunge prima del redde
rationem finale è ingegnoso e anche interessante, pur se non proprio credibile: serve comunque a
dare un movente quasi scientifico (per modo di dire) a quanto avviene. Nell'ultimo terzo, il film
abbandona la ricerca di atmosfere sinistre e deflagra in un concitato scontro che ricerca l'enfasi e
l'iperbole perdendo sempre più in credibilità, pur se guadagnando qualcosa in termini puramente
spettacolari. Sydney Sweeney, già molto brava in ambito horror in Notturno (ma non va dimenticato anche il suo
significativo ruolo nel tarantiniano C'era una volta... a Hollywood), aderisce con convinzione e
notevole efficacia al suo ruolo dando di Cecilia un ritratto sensibile e credibile: è soprattutto il suo
personaggio a dare al film quel che di buono può vantare. Meno centrati gli altri personaggi, che
sono tutti più o meno schematici e talvolta anche caricaturali. Michael Mohan dirige con buona
padronanza la parte del film in cui deve cercare di creare inquietudine, pur forse abusando di un
immaginario da horror ecclesiastico ormai consunto, per poi andare sin troppo sopra le righe nella
parte conclusiva che chiude la vicenda in modo parossistico e sensazionalistico, anche se tutto
sommato conseguente. Guendalina. Trova serenità anche nelle parole confortanti di padre Tedeschi: è lui che l'ha voluta lì,
per il suo bene. Tutto sembra quindi svolgersi per il meglio, ma, dopo aver preso i voti ed essersi
acclimatata alla vita del convento, Cecilia comincia ad avvertire malesseri. L'incredibile responso è
che, pur non avendo mai avuto rapporti sessuali, è incinta. La convinzione generale al convento è
che si tratti di un miracolo e che Cecilia porti in grembo il Salvatore, ma le cose prendono presto
una piega sinistra. Chi ha visto il recente Omen - L'origine del presagio non potrà evitare una strana sensazione di
déjà vu poiché le trame di questi due film condividono più di qualche situazione e più di qualche
spunto narrativo (in realtà, a livello internazionale, questo film è uscito qualche settimana prima di
Omen).

Anche in questo caso, infatti, abbiamo la suorina americana sprizzante innocenza che
arriva a Roma in un convento che più "spiritualmente" gotico non potrebbe essere e si trova a
essere più pedina che protagonista di un gioco malsano e macabro. Anche qui la visione
complottista e cupa della Chiesa è strumentale all'elaborazione di una trama oscura nella quale il
confine tra Bene e Male in sostanza si azzera. Il colpo di scena che giunge prima del redde
rationem finale è ingegnoso e anche interessante, pur se non proprio credibile: serve comunque a
dare un movente quasi scientifico (per modo di dire) a quanto avviene. Nell'ultimo terzo, il film
abbandona la ricerca di atmosfere sinistre e deflagra in un concitato scontro che ricerca l'enfasi e
l'iperbole perdendo sempre più in credibilità, pur se guadagnando qualcosa in termini puramente
spettacolari.
Sydney Sweeney, già molto brava in ambito horror in Notturno (ma non va dimenticato anche il suo
significativo ruolo nel tarantiniano C'era una volta... a Hollywood), aderisce con convinzione e
notevole efficacia al suo ruolo dando di Cecilia un ritratto sensibile e credibile: è soprattutto il suo
personaggio a dare al film quel che di buono può vantare. Meno centrati gli altri personaggi, che
sono tutti più o meno schematici e talvolta anche caricaturali. Michael Mohan dirige con buona
padronanza la parte del film in cui deve cercare di creare inquietudine, pur forse abusando di un
immaginario da horror ecclesiastico ormai consunto, per poi andare sin troppo sopra le righe nella
parte conclusiva che chiude la vicenda in modo parossistico e sensazionalistico, anche se tutto
sommato conseguente.